Ci sarà senz’altro capitato di incontrare, conoscere o anche solo vedere di sfuggita, persone con tic, ma cosa sono davvero?
Sono invalidanti per lavorare alla scrivania per ufficio?
Mangiarsi le unghie, toccarsi i capelli continuamente, “tirare su” con il naso, ma anche scatti improvvisi, smorfie irrefrenabili e tosse ingiustificata.
Tutte queste manie solitamente vengono impropriamente chiamate “tic”, mentre in realtà sono segnali che nascondono ansie, paure, disagi.
Il tic vero e proprio è un movimento o una vocalizzazione improvvisi, che si manifestano con ripetitività e con rapidità. È una cosa che sfugge al controllo di chi la fa, ma che può essere gestita.
Le persone che soffrono di veri tic non sono molte. Solitamente sono disturbi che insorgono nei bambini e che poi si superano con l’adolescenza o l’età adulta. Talvolta però, il disturbo prosegue: lo si può contrastare con l’aiuto di farmaci, ma soprattutto con una psicoterapia cognitivo comportamentale che insegni a convivere con il disturbo e ad accettarlo; questa è la terapia suggerita dal medico psichiatra Massimo Clerici, dottore di ricerca in psichiatria all’università di Milano.
Il dottor Clerici li definisce manifestazioni comportamentali, assimilabili a un disturbo ossessivo compulsivo.
Ovvero sono esternazioni connesse a uno stato di ansia, nervosismo, insicurezza, ma possono essere controllate dal soggetto e non interferiscono con il lavoro alla scrivania ufficio.
I tic, d’altra parte, possono avere come complicanza anche una compromissione dello stile di vita e del lavoro alla scrivania da ufficio, nel caso in cui non venga accettato il disturbo e si diventi vittima di isolamento sociale e di disagio psicologico, che può diventare invalidante, appunto. Per queste ragioni è molto importante integrare una psicoterapia cognitivo comportamentale.
Chi si mangia le unghie tende a controllare l’ansia con gesti rituali.
Rimedio: tenere le dita occupate in modo positivo, per esempio con un automassaggio.
Questa mania identifica un’aggressività repressa.
Rimedio: iniziare a praticare uno sport dinamico che aiuti a scaricarsi.
Avere continuamente le mani tra i capelli è sintomo di insicurezza nelle relazioni.
Rimedio: chiedere affetto in modo esplicito a familiari, amici, partner.
Se in un discorso si utilizza sempre lo stesso intercalare ripetendolo troppo, si ha paura di non essere accettati.
Rimedio: stabilire precedentemente al discorso il numero preciso di volte in cui usare quella parola.
Farlo anche senza ragione, indica paura di esprimersi per ciò che si è veramente.
Rimedio: cantare liberamente facendo uscire la voce senza intoppi.
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